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Ansia perchè esisti?

Quando spiego che le emozioni che proviamo hanno tutte un’importante funzione nella nostra vita faccio riferimento al modello cognitivo-evoluzionista e, più in generale, alla teoria dell’evoluzione della specie. Le emozioni hanno una funzione adattiva e si sono evolute insieme all’uomo fornendo un importante contributo alla sua rapida

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evoluzione. Dobbiamo però ricordarci di una cosa importante  sintetizzata nell’immagine a sinistra che rappresenta la timeline dell’evoluzione umana dalla “scimmia” all’uomo moderno. Senza addentrarci troppo nei dettagli  tutt’ora oggetto di studi, si può dire con buona sicurezza che i tempi dell’evoluzione umana sono molto più lenti degli effetti che l’evoluzione ha avuto sull’organizzazione della vita e delle abitudine dell’essere umano.

In altre parole il nostro antenato di 30 mila anni fa aveva sostanzialmente il nostro stesso DNA e il nostro stesso cervello: in pratica provava emozioni nello stesso modo in cui le proviamo noi ma i meccanismi che avevano portato a quel tipo di evoluzione appartenevano ad un mondo che oggi, in buona parte non c’è più.

Faccio un esempio per semplificare ulteriormente il concetto. Immaginate due uomini esattamente come noi che vivevano però 30 mila anni fa. homoCosì come noi parcheggiamo l’auto e entriamo in un supermercato per procurarci il cibo, questi due uomini uscivano dal loro villaggio ed andavano a caccia esplorando le praterie alla ricerca di una preda. Purtroppo per loro, oltre ad essere in cerca di una preda erano prede a loro volta (di altri uomini che oggi definiremo competitors o di altri predatori).

Dopo aver cacciato fanno ritorno al loro villaggio ma sulla strada si fermano a riposare ai limiti di una radura; ormai il giorno sta giungendo al termine ed il sole si è abbassato prolungando le ombre degli alberi e dei fili d’erba. Ecco immaginate che, proprio in quel momento di relativa calma, entrambi gli uomini notino un movimento anomalo nell’erba alta a 50 metri da loro.

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Nell’evoluzione che ha generato quei due recenti esemplari di homo sapiens sapiens è presente uno stato psichico che oggi sappiamo essere l’ansia. Contrariamente a quello che è portata a credere la maggior parte delle persone oggi, l’ansia è un fattore determinante alla loro sopravvivenza. Le reazioni del loro corpo (aumento del battito cardiaco, aumento della respirazione…) che vengono percepite come una sgradevole sensazione di allerta e paura stanno in realtà preparando quelle risposte di attacco-fuga che significheranno vita o morte. Andiamo avanti con la nostra storia e immaginiamo che il fruscio dell’erba non sia il vento o un animale innoquo, 747302174-ghepardo-curiosita-namibia-savana

ma sia un predatore mimetizzato…

Ci siete arrivati…l’uomo dei due il cui sistema sarà più rapido ad attivarsi sarà quello che avrà più possibilità di salvarsi. Se ci spingiamo ancora più in la in questa fantaricostruzione potremmo immaginare che il più “ansioso e preoccupato” dei due penserà che potrebbe essere un predatore ancor prima di vederlo e quindi mettersi in salvo. Uno dei due è riuscito a reagire con prontezza mentre l’altro non ce l’ha fatta. Nel nostro DNA ci ritroviamo tutto quel che serve per provare quelle sensazioni sgradevoli in quanto è stato grazie a quel complesso sistema di allerta che ci siamo evoluti fino ai giorni nostri.

Torniamo nel 2016. Badate bene, questo non è un post sulla teoria dell’evoluzione ma sul significato dell’ansia da un punto di vista evoluzionistico. Sia chiaro quindi che i meccanismi dell’evoluzioni sono molto più complessi (e molti aspetti sono ancora oscuri) di come si potrebbero dedurre dall’esempio. Resta comunque il dato che l’ansia è stato uno dei fattori (insieme a moltissimi altri) che hanno contribuito a rendere l’uomo quello che è oggi.

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La fortuna di non dover più incontrare un ghepardo che vuole mangiarti o portarti via la preda nel giardino ha però un effetto collaterale negativo: se proviamo ansia (e ripeto è uguale a quella che si porvava 30 mila anni fa) non ne capiamo il perchè; il contesto ci sembra non giustificare quello stato d’animo e questo può ulterioremente preoccuparci. Capire quello che ci sta succedendo e riconoscerlo è la prima cosa importante da fare per riuscire a superare lo stato d’ansia che ci opprime. Sapere il senso che ha l’ansia nel nostro essere umani è un ottimo punto di vista per osservare quello che ci succede da un’altra angolatura.


Per chi volesse approfondire:

psicologia delle emozioni

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