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Avrò spento il gas?

Quanti di voi si sono ritrovati nella condizione di tornare a casa per controllare di non aver lasciato le luci accese, la porta aperta o, peggio ancora, il gas in funzione?

gasPenso sia successo a tutti almento una volta nella vita. In alcune persone questo tipo di comportamento assume un ruolo talmente ingombrante nelle loro vite causando ansia e disagio marcato che vanno oltre le semplici preoccupazioni che, tanto o poco, sperimentiamo tutti. Stiamo parlando del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC);  fino a poco tempo fa inserito nei disturbi d’ansia (DSM IV) mentre ora, nel nuovo DSM V, fa addirittura categoria a sè stante. Al di là del problema nosografico rimane il fatto che l’ansia è un’emozione che permea tutte le forme di DOC e viene descritta dalle persone che ne soffrono come talmente insopportabile da spingerli a compiere tutti i faticosi comportamenti tipici del disturbo (compulsioni).

«Dottore, so di essere stupido a fare tutti quei rituali inutili…» Questa è una delle terribili frasi che mi sono sentito dire spesso da persone che cercavano di uscire dal tunnel del DOC. Ad affermazioni come quella rispondo di solito con un paradossale «è vero il contrario!».  Anche se può sembrare controintuitivo alla base di molte assurde compulsioni del DOC c’è una logica cognitiva molto sottile. Per capire meglio il concetto voglio tornare ad un aspetto che riguarda la verifica di ipotesi. Immaginiamo la classica ansia che ci può cogliere mentre facciamo una passeggiata e improvvisamente ci ricordiamo di aver messo una pentola sul fuoco ma non di avere spento il gas quando siamo usciti; cosa succede di preciso?

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Come potete vedere nell’infografica, nel nostro processo decisionale possono verificarsi potenzialmente due tipi di errore che in statistica vengono definiti di 1° e di 2° tipo. La nostra mente sa bene che i due tipi di errore non sono affatto equivalenti bensì hanno conseguenze molto diverse. errori1e2Nel primo caso, infatti, si verifica un cosiddetto falso positivo; in pratica, nell’esempio, torniamo indietro a controllare convinti che il gas sia acceso e lo troviamo spento. Quali conseguenze negative ci sono per questo errore? Nell’immediato poco o nulla, alla peggio aver perso del tempo. Che succede invece se commettiamo il secondo tipo di errore? In quel caso si parla di falso negativo che nel nostro esempio significa lasciare il fuoco acceso con la convinzione di averlo spento e la cosa potrebbe diventare pericolosa (per fortuna nelle moderne cucine dei meccanismi di sicurezza limitano i pericoli di queste dimenticanze). La mente, giustamente, non accetta di commettere errori di II tipo e cerca di limitare la possibilità che si verifichino anche a costo di rischiare maggiormente di incappare in falsi positivi. Anche in questo caso si tratta di un meccanismo adattivo che “preserva” la persona dalla possibilità di conseguenze maggiormente negative.

Ecco perchè chi soffre di DOC non è affatto sciocco o ingenuo ma i meccanismi che mantengono questo tipo di disturbo poggiano su processi adattivi comuni a tutte le persone. Tornando all’esempio del gas, nella persona che soffre di DOC il tentativo di evitare il falso negativo è portato ad un eccesso paradossale dove al minimo dubbio di aver distrattamente lasciato acceso il gas (o di averlo riacceso mentre si verificava di averlo spento) controlla nuovamente moltiplicando i falsi positivi. A quei livelli i falsi positivi iniziano ad avere un “costo” in termini di ansia e l’idea di non essere più sicuri di se stessi blocca ulteriormente la persona ossessiva nelle proprie compulsioni. Purtroppo l’eccessivo tentativo di controllo su tutte le dinamiche crea un circolo vizioso caratterizzato da forte ansia che spinge la persona ad aumentare ulteriormente i controlli.

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Nella realtà inoltre i dubbi rispetto ad una dimenticanza come quella del gas non sono mai al 50%, ovvero essere sicuro in egual misura di aver chiuso o aver dimenticato aperto il gas; nella maggior parte dei casi, infatti, saremo quasi certi di averlo chiuso ma ci manca il vivido ricordo della nostra mano che spegne e del nostro sguardo che constata il gas spento. Razionalmente sappiamo di aver tolto la pentola, spento le luci e quindi di aver presumibilmente chiuso il gas. Ma anche un dubbio di averlo lasciato aperto del 2% contro un 98% di averlo chiuso può essere sufficiente a farci tornare indietro.

Per chi ha a che fare con la statistica questi aspetti legati agli errori di I e II tipo sono noti ma prenderne coscenza è molto utile a tutti perchè, come abbiamo visto, influiscono pesantemente sulle normali decisioni che comunemente prendiamo rispetto al sorgere di qualunque un dubbio. Ricorda che non sempre la nostra risposta è logica o razionale ma conseguenza della necessità di limitare il più possibile falsi negativi. Purtroppo anche in questo caso dobbiamo impare ad accettare l’impossibilità di avere la sicurezza assoluta nella nostra vita e che il tentativo inflessibile di ottenerla è alla basa dell’ansia presente in molti disturbi ossessivi.


Per saperne di più

doc

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