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Preoccupazioni eccessive: analisi dei costi e dei benefici.

Ti è mai capitato di fare un’analisi delle conseguenze della tua ansia? Oltre allo sconforto e alla preoccupazione che provi hai constatato sicuramente quante cose di valore la tua ansia ti faccia perdere. Questi momenti di analisi sono quasi sempre postumi ovvero ci rammarichiamo di quanto l’ansia ci “costi” o di quanto evitare delle situazioni per non provare ansia ci allontani dalla vita che vorremmo vivere. Spesso queste analisi a posteriori diventano solo il preludio ai sensi di colpa mentre una vera e propria valutazione efficacie può essere fatta prima e diventare pertanto molto più utile; si tratta della procedura conosciuta come analisi dei costi e dei benefici

Analisi dei costi e dei benefici.

La procedura dell’analisi dei costi e dei benefici è molto usata in economia aziendale e descrive l’insieme delle tecniche di analisi dei progetti basate sulla valutazione di tutti i costi e i benefici direttamente e indirettamente collegati ai progetti stessi. In psicoterapia cognitiva l’analisi dei costi e dei benefici ha due scopi: favorire la motivazione e scoprire i pensieri alla base di certi comportamenti.

Mi spiego meglio con un esempio: immaginiamo una mamma o di un papà molto ansiosi rispetto alla salute del proprio figlio (sano senza nessuna malattia che li induca razionalmente a preoccuparsi).  Tutto inizia con un comportamento naturale e determinato dall’evoluzione: preoccuparsi dell’incolumità e della salute della propria prole; anche io se vedo qualcosa che non va nelle mie figlie mi rivolgo al mio pediatra e mi “preoccupo”. Il problema è quando la preoccupazione si generalizza e io non posso nemmeno agire per risolvere l’ipotetico problema. Un genitore troppo ansioso, infatti, può preoccuparsi quando non ce n’è nessun reale bisogno o quando i “rischi” sono del tutto naturali. Sull’ansia del genitore ci ritorneremo con un post apposito ma qui mi preme raccontare come la psicoterapia cognitivo-comportamentale possa aiutarci a rompere il circolo vizioso dell’ansia costringendoci a fermarci ed a fare un breve bilancio di quel che succede realmente nella nostra mente.

La prima cosa da fare è individuare il comportamento o la cognizione alla base dell’ansia. Prendiamo la preoccupazione che mio figlio correndo cada e si faccia male. La mamma che seduta sulla panchina del parco non può fare a meno di seguire il proprio bimbo con lo sguardo quando non lo segue fisicamente come a fornirgli una sorta di “paracadute” del tutto inutile nella realtà. Quando la mamma prova a sfruttare quei pochi minuti di spensieratezza del proprio figlio per rilassarsi, chiacchierare con altri genitori o leggere un libro, un piccolo ma crescente disagio la spinge a rimanere con lo sguardo incollato al proprio figlio e a “confermare” che potrebbe cadere e farsi del male. Il pensiero è verosimilmente così:

Giovanni è spericolato e potrebbe cadere da un momento all’altro, scivolare contro lo scivolo o finire urtato dai bambini più grandi

La mamma in questione lo richiamerà intimandogli di stare attento ma tirerà un sospiro di sollievo soltanto quando si avvierà verso casa.

Immaginiamo che questa mamma capisca che questo atteggiamento eccessivamente preoccupato non giovi né a lei né a Giovanni e che quindi voglia diminuire l’ansia che l’attanaglia con l’aiuto dell’analisi costi-benefici.

1) La prima fase consiste nell’individuare (concordare insieme al terapeuta se siamo in terapia) il pensiero o il comportamento oggetto dell’analisi. Nell’esempio sarà l’eccessiva preoccupazione durante i giochi nel parco del figlio Giovanni.

2) Nel secondo passaggio la persona deve esplicitare le conseguenze vantaggiose e svantaggiose di questo comportamento. La mamma di Giovanni dirà che preoccuparsi è inevitabile e che è troppo “agitata” ma riconoscerà immediatamente come questo comportamento sia “protettivo” solo in apparenza perché non previene nessun rischio ma ha solo la conseguenza di far sentire insicuro Giovanni che non comprende perché la sua mamma sia così preoccupata. I vantaggi del rinunciare a preoccuparsi alla fine superano gli svantaggi e la persona vedrà nero su bianco e con chiarezza quanto la sua preoccupazione, per quanto in buonissima fede, sia eccessiva e una cosa che alla fine l’allontana dal sentirsi bene con Giovanni. Molto importante essere molto precisi nel compilare la lista utilizzando un foglio in cui verranno create due colonne apposite nelle quali verranno segnati tutti i costi e i benefici di quell’atteggiamento.

Spesso questo tipo di procedura è un buon espediente per prendere consapevolezza di quante preoccupazioni sottostanti ci siano dietro un comportamento apparentemente innocuo come quello di controllare troppo il proprio figlio. L’analisi dei costi-benefici, oltre che tecnica fine a se stessa, infatti, è molto utile in fase di valutazione per comprendere i meccanismi della propria ansia.

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